Il viceconsole, sig. Ledoux, mi avvertì a tempo. Così facendo io avrei infatto tolto ogni forza al mio firman alì. Il sig. de Goyzueta sostenne con tutto il vigore il mio rifiuto e Sabri Pascia, che era del resto buono e bravo in sommo grado, vedendo ch’io non voleva sottoscrivere il suo scritto, mi diede il Buiuruldi e lo zaptié.
Raggiungemmo così nella migliore disposizione d’animo l’Uadi Mader ed evidentemente un po’ prima la strada maestra, che da Leptis Magna conduce nell’interno ed è seminata non solo di molte ruine di castelli romani, ma anche di numerosi triliti ed altri monumenti preistorici.
Il giorno seguente, partendo di buon’ora e camminando sempre in una regione fresca e coltivabile come quella sin allora percorsa, avevamo appena fatto 10 chil. nella stessa direzione di S. E., quando ecco ci corse agli occhi un messo che venivaci incontro a spron battuto: egli parlò a lungo con alcuni che si trovavano alla testa della nostra carovana, quindi coll’Hagi Ssalem, il nostro zaptié. Poscia, dopo aver con piglio serio bisbigliato tra loro, mi si fecero vicino ed il messo mi consegnò una lettera indirizzata al Dr. Nachtigal, la soprascritta essendo: «Al nostro carissimo amico Edris Efendi, el-Brussiani». La lettera era aperta ed avvertiva di evitare la strada degli Orfella, infestata da malviventi che volevano impadronirsi di me.
Senza curarmi più della lettera, senza fare attenzione alle proteste verbali del latore che alcune centinaia di Orfella tenevano la strada per tenderci un agguato, senza dare ascolto ai lamenti dello zaptié Hagi Ssalem, che mi scongiurava di scioglierlo da ogni responsabilità, ordinai di proseguire la marcia.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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