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      I due piani ancora esistenti hanno l’altezza di m. 8,65.
      A S. E. di questo monumento sepolcrale, degno di un più minuto esame, giace, alla distanza di 2 chil., il vasto campo di ruine di un’intiera città, probabilmente anche del tempo dei Romani. Molte monete ed «intagli antichi» trovati anche presentemente dagl’indigeni confermano affatto questa supposizione, perchè le prime almeno portano per lo più l’immagine di uno degli imperatori romani. Anche qui si scorgono, nelle valli laterali, quelle dighe con cui gli antichi popoli inciviliti trattenevano l’acqua nella stagione delle piogge, per poi adoperarla nella stagione asciutta ad irrigare i loro giardini. I possessori attuali del paese non conoscono nemmeno lo scopo di questi muri trasversali, ma credono che siano state linee di difesa. Ho già fatto cenno dei Cromlechi, dei Bilithi e Trilithi. Questi ultimi s’incontrano in numero incredibile in questa parte di Tripoli. A spiegarne lo scopo, io direi, contrariamente all’opinione di Barth (48), che tanto le due pietre, quanto le tre pietre non erano altro che il contorno di una porta che conduceva ad un edificio, forse ad un sarcofago, forse ad una casa di abitazione, le cui mura, fatte di materiali più cattivi di queste pietre, che opposero resistenza, cedettero e caddero in rovina. - Così fabbricavano, del resto, non solo gli antichi, ma anche noi oggigiorno in tutte le città, in tutti i paesi. Ogni finestra, ogni porta viene sempre murata con materiali che sono molto più resistenti del resto delle mura dell’edificio.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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