È un fatto però che, invece d’esserne difesi, toccava piuttosto a noi a difenderli. L’Hagi Maussur, tale era il nome del colonnello, il quale però realmente, non era che Basciaghà, aveva una grandissima opinione di sè stesso e la prima sera poco mancò che non venissimo in iscrezio, perchè voleva assolutamente ch’io prendessi quartiere nel mezzo del loro vasto campo, ciò che io rifiutai per diverse ragioni, insistendo a drizzar le mie tende alla distanza di 1000 m.
In due tappe raggiungemmo l’Uadi Dinar, un affluente settentrionale dell’Uadi Beni Ulid, il quale nel suo corso superiore occidentale ha nome Uadi Genueba e quindi si scarica nel Sufegin (49), una delle più grandi fiumare della Tripolitania. Sulle sponde dell’Uadi Dinar, prima e dove sbocca nell’Uadi Sufegin, si scorgono diverse ruine di castelli e di fortezze, parte fabbricati di pietra da taglio ben lavorata, parte di materiali peggiori; ma tutta la strada, a partire da Tessiua, dove sonovi anche delle grandi ruine, viene designata appunto da questi edifici di tempi trascorsi, come la strada maestra che anticamente da Leptis Magna conduceva per Bongem nell’interno. Solo, profittando dell’occasione, vorrei avvertire il lettore a non accettare ad occhi chiusi l’opinione di molti viaggiatori, i quali attribuiscono quelle superbe ruine che giacciono a dritta e sinistra della strada tutte senza distinzione ai Romani come autori e costruttori: due terzi di esse almeno, come si può rilevare esaminandole attentamente, sono dell’epoca della signoria islamitica.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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