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      Nachtigal), ma Mustafa Bei e, malgrado la sua affabilità, malgrado le sue proteste di servitù, io non potevo perdonargli di avermi giuocato questo tiro, mentre egli, dal suo canto, credette bene di rappresentar la sua parte «jusq’au bout». La sera infatti dello stesso giorno mi mandò una lettera nella quale nuovamente mi avvertiva di guardarmi dagli Orfella e mi pregava di rinunciare a spingermi più innanzi verso il sud; nel caso però ch’io persistessi nel mio proposito, di sottoscrivergli una dichiarazione che lo sciogliesse da ogni responsabilità. Io era così indignato di una simile sfacciataggine, che gli rimandai la sua lettera senza rispondere. Per dare però a Bu Aiscia una prova della mia solidarietà cogli Orfella, accettai volentieri di recarmi col sig. von Csillagh a far colazione in casa dell’Hagi Matuh Deiki.
      Naturalmente fu invitato dal comandante della guarnigione a passar la rivista ai suoi soldati, ed in tale occasione entrai anche nella sua stanza e provai un vero piacere alla vista della piccola biblioteca (cinque o sei libri), dei pochi fiori dinanzi alla finestra, cioè pomidori e cucuzze, delle tendine di bucato, delle due sedie e della tavola. Da due anni vegetava questo figlio di Stambul in questa solitudine, rileggendo sempre la sua biblioteca, ossia i regolamenti, sperando di giorno in giorno di essere liberato e cambiato e più che tutto aspettando il suo salario, che da 15 mesi, come egli mi diceva, non era stato pagato.
      Percorrendo le pianure quasi affatto ignude che si estendono dai monti sino a Beni Ulid, si prova una gradita sorpresa, alla vista del rigoglioso bosco di ulivi dell’Uadi Beni Ulid.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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