Entro i confini del loro Uadi e della loro provincia però si tengono il più del tempo tranquilli. Il loro stabile domicilio garantisce in ogni caso della loro buona condotta, giacchè i loro villaggi e le loro piantagioni rappresentano sempre un valore considerevole.
I pozzi nella valle sono straordinariamente profondi; quello ch’io ho misurato aveva la profondità di 40 m. e l'acqua contenutavi a 4 ore pom. segnava 25°, mentre la temperatura dell’aria esterna era di 20° C. Rimanemmo un giorno nell’Uadi Beni Ulid. Quando ripartimmo agli 11 di gennaio, non si potè fare a meno della compagnia degli Orfella: lo Scich Deiki volle scortarci almeno per una giornata. Al sud di Beni Ulid s’incontra subito del terreno Hamada, interrotto però di tempo in tempo da piccoli Uidian, che appartengono tutti al Sufegin, oppure si traversano anche dei piccoli avvallamenti, che in primavera si coprono d’ordinario di verde. Questa volta però, sfortunatamente, il caso era diverso, la vegetazione essendo stata dappertutto scarsissima, perché nell’inverno 1878-79 non era caduta pioggia affatto. Nonostante, il suolo si era qua e là coperto di muschio, che rassomigliava a piccoli funghi o grani d’orzo mondato o di grossa sabbia e dagl’indigeni era chiamato «Ghim el-lutta», ossia «frumento della pianura.» Secondo Ascherson, il nome del muschio si è «Lecanora desertorum.» Essendo stato assicurato che il fungo era mangiabile, io ne feci raccogliere alcuni e la sera avemmo un piatto di sapore eccellente, quantunque un po’ sabbioso.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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