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      Nel frattempo facemmo anche tutti una corsa sino a Hon ed Uadan. Da Hon avea già ricevuto degl’inviti, anzi gli abitanti avrebbero amato meglio ch’io fossi andato colà ad abitare. Ma ciò non si conveniva, perchè Sokna è sede del governo. Ed io, finchè mi trovava sul territorio turco, doveva sempre agire di concerto col governo. Ma una gentilezza ne richiedeva un’altra e mi stava a cuore di mostrare almeno agli Honensi la mia buona volontà.
      Hon è lontano da Sokna solo circa 14 chil.; deliberammo perciò di fare il piccolo viaggio a piedi. Dei nostri cammelli, non ne feci venire che tre, sembrandomi questo numero sufficiente per poter trasportar le nostre tende e le poche provvigioni che volevamo prendere con noi. Eckart ed Hubmer restarono a Sokna collo zaptiè, per guardare la nostra casa, i nostri effetti e le merci; tutti gli altri servi vennero con noi. Era già mezzogiorno quando ci ponemmo in cammino, perchè il Basciagà del Fezan e lo Scich di Uadan, che dovevano accompagnarci, non si trovarono prima all’appuntamento.
      Noi ci dirigemmo verso oriente, lasciando al sud il Gebel Filghi, ch’io aveva salito in altra occasione, fissandone l’altezza assoluta a 450 metri. A settentrione di Filghi si elevano su un monticello le ruine d’un antico forte saraceno, altre volte occupato dagli abitanti di Sokna, per difendersi dal resto degli abitanti dell’oasi. Ai piedi del Filghi si stende, verso ponente, un bosco di palme, di proprietà dei Soknensi. Oltrepassato il monte di Filghi, si entra in un Sserir interrotto una volta sola dall’ampia valle del Sufeldgilla.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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