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      Il fiume (54) bagna in parte Hon, in parte procede oltre verso settentrione e si perde tra i monti di Hon. Dopo tre ore di cammino raggiungemmo i bei palmeti di Kessir che, come abbiamo raccontato, furono ultimamente il pomo della discordia tra le due città di Hon e Sokna.
      In diversi luoghi si scorgevano ancora le tracce e le conseguenze degli scontri: campi incolti, case e capanne abbandonate, chiudende schiantate, ajuole calpestate - tutto mostra troppo chiaramente quale fosse l’accecamento dei combattenti! La presenza delle truppe avea intanto fatta rinascere la fiducia tra gli abitanti. E perciò, quando piegammo verso il nord per recarci direttamente ad Hon, più ci avvicinavamo alla città, e più uomini vedevamo occupati a lavorare i campi, sebbene tutti colle armi indosso. Tutti si volgevano a guardarci pieni di stupore e di meraviglia, ma anche con piglio sprezzante, perchè giungevamo a piedi. Da noi in Europa non si ha idea delle apparenze a cui si dà tanta importanza in Oriente ed anche presso i popoli africani. Un turco, soprattutto un turco puro sangue, non si persuaderà mai che uno possa spontaneamente decidersi ad andare a piedi. O il pedone è povero, calcola egli, o è ammalato, altrimenti si comprerebbe certo un cavallo. Un turco, per quanto pezzente, appena ha messo insieme qualche denaro, appena è divenuto Mudir p. e., la prima cosa che fa si è di comprarsi un cavallo.
      Alle 4 1/2 eravamo dinanzi le porte della città di Hon e drizzammo le tende al sud delle sue mura, al lato della siepe di palmeti che si estende sino a pochi passi dalle medesime.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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