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      La nostra carovana non mancò di attrarre fuori delle porte un nugolo immenso di gente. Siccome però il sole non stette molto a tramontare, la quiete si ristabilì quasi subito. Solo i più egregi degli abitanti rimasero e ci tennero compagnia sino ad ora assai tardi della notte. Naturalmente fummo riccamente ospitati tanto da parte della città, quanto da un ricco mercatante, pel quale aveva portato da Tripoli una lettera di raccomandazione, e all’ospitalità facemmo riscontro, come si conveniva, con doni corrispondenti.
      Al mattino seguente, al levare del sole incominciammo ad allontanarci da Hon. La direzione fu nuovamente dalla parte di levante, ma il viaggio, sebbene quasi altrettanto lontano, molto più faticoso e, quel che è più, senza incontrare sentiero battuto, il terreno essendo poco meno che per l’intiero tratto non altro che Gef-gef (55); inoltre, verso mezzogiorno fummo sorpresi da un Samum, che, crescendo insensibilmente, diveniva, d’ora in ora, più impetuoso. E quando, alla distanza di circa 5 chil. da Uadan, giungemmo finalmente ai palmeti della città, il tratto che ci divideva dalla medesima sembrava non avesse mai fine. I nostri piedi sulla strada scabrosa, quantunque non molto lunga - avevamo fatti poco più di 20 chilometri - a causa delle zolle a spigoli vivi che ingombravano il terreno, erano mezzo impiagati.
      Finalmente arrivammo in vista di Uadan, la più antica città di Giofra, e fatto subito piantare il campo, stemmo ad aspettare, curiosi di vedere cosa avvenisse, ma contenti di aver trovato un riparo contro il Samum, che ci rovesciava addosso costantemente nugoli di arena.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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