Nell’Africa di Edrisi (57), cur. Hartmann, p. 135, troviamo: «Terra Vadan. Terra Vadan dicuntur insulae palmarum occidentem inter et orientem mare versus latissime protentae». Oltracciò, abbiamo nello stesso scrittore: «A Sort ad Vadan stationum iter; sita antem est Vadan in australi parte (urbis) Sort, ecc.» Si fa rilevare che Vadan importa da Karar (questo evidentemente è un errore del copista e deve correggersi Kauar, o come scrive Hartmann, Cavar) allume ed erba tintoria (lutum). Intanto non si dee però credere che Edrisi soltanto e non anche gli altri geografi arabi abbiamo avuto contezza di Uadan e dell’oasi di Giofra. Bakui parla, p. es., di Uadan come di una città situata nel mezzogiorno dell’Africa.
Così il sig. Gotthold Krause, nei suoi studi storici fatti a Malta e Tripoli, ci dà intorno ad Uadan nel vol. XIII della «Zeitschrift der Berliner Gesellschaft für Erdkunde», p. 356 e seg., delle notizie ancora più antiche, giacchè, secondo lui, nell’estate del 644 il condottiero Amr s’impadronì di Tripoli, e durante l’assedio di questa città spedì uno dei suoi capitani, Bosr ibn Arta, ad Uadan. Due anni dopo, narra il sig. Gotthold Krause, Uadan fu presa una seconda volta per aver mancato alla fede data, ed al re di quel paese fu persino mozzato un orecchio in punizione del suo tradimento.
La miglior prova però che Uadan nell’antichità fosse il punto centrale dell’oasi, è fornita dalle fondamenta in pietre di taglio, probabilmente di origine romana, che s’incontrano qua e là sulla collina, intorno alla quale è fabbricata la città di Uadan.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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