Ed è anzi tanto più fuor di dubbio, in quanto che spesso accade d’imbattersi nei dintorni in monete romane, intagli e cammei. Un bellissimo intaglio venne offerto a noi perchè lo comprassimo, ma il prezzo che ne chiedevano disgraziatamente era troppo elevato. In Hon e Sokna non vi è la menoma traccia di avanzi di mura antiche o di oggetti che datino dal tempo dei Romani, il che dimostra che queste due città devono essere, rispetto ad Uadan, di origine molto più recente. I viaggiatori che visiteranno questi luoghi in avvenire, specialmente se il fanatismo religioso degli abitanti avrà cangiato misura, dovrebbero soprattutto rivolgere la loro attenzione a Uadan. Degli scavi meneranno forse, come a Rhadames, a scoperte di grande importanza per la storia.
Anche Leo Africanus cita Uadan. Nella traduzione di Lorsbach, p. 449, si narra: «Guaden (Waden) è un piccolo villaggio nel deserto numidico, ai confini della Libia, dove non cresce nulla all’infuori d’una piccola quantità di datteri. Gli abitanti sono bestiali, poveri e vanno presso che affatto nudi. Essi quasi non possono allontanarsi dalle loro capanne a motivo di screzi coi vicini. Si occupano oltracciò della caccia e prendono gli animali selvaggi, p. e. «elamth» e struzzi in trappole; non mangiano anzi altra carne, mentre non allevano le poche capre che pel solo scopo di beverne il latte. Essi sono del resto più neri che bianchi». Questa descrizione si attaglia perfettamente al tempo attuale: anche ora avviene spesso che gli abitanti rimangono sequestrati nelle loro case e nei loro villaggi per contese coi vicini; in tutti i luoghi la popolazione ama la caccia appassionatamente; la carne delle antilopi e delle gazzelle è anche oggi all’ordine del giorno, ed il color della pelle è più nero che bianco.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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