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      Stecker, come su tutti gli Uidian, fossero visibili le tracce di rovesci d’acqua e d’inondazioni avvenute anteriormente.
      I venti dominanti vengono dal nord e per lo più dal nord-nord-ovest: se spirano dal lato opposto, è segno di perturbazioni nell’atmosfera. I venti del sud e sud-est, sebbene placidi e soavi alcune volte, si levano il più spesso con tempestosa veemenza o si sprigionano dalle stesse calme e diventano uragani. Essi sono allora costantemente susseguiti da quei fenomeni elettrici speciali di cui abbiamo giù fatto menzione. Procelle propriamente dette accadono di rado; nel Gebel Ssoda però si vuole che siano più frequenti. Le numerose pietre del fulmine trovate alla falda dell’Harugi e più in là verso oriente, dimostrano abbastanza quanto frequenti debbano essere in quelle regioni le scariche elettriche. Quel che è certo però si è che nel deserto le così dette tempeste a ciel sereno sono più frequenti di quelle accompagnate da pioggia.
      Le nubi, per lo più in forma di cirri o di strati, si mostrano quasi sempre la mattina e la sera; ma verso le 8 ore del mattino il cielo d’ordinario è sereno affatto, quantunque non dello stesso colore azzurro cupo come nelle zone dell’Europa centrale. Il colore plumbeo sporco, mentre il cielo è perfettamente scevro di nubi, proviene il più delle volte da particelle di polvere, che nei giorni di calma spesso si mantengono fluttuanti nell’aria per lungo tempo dopo cessata la tempesta. Sebbene ora, e specialmente nella state, di rado avvenga che cada della rugiada, pure i moltissimi aloni, paraseleni ed altri fenomeni specchianti in cielo durante la notte, mostrano che in quel tempo esiste nelle alte regioni una sovrabbondanza di umidità. Intanto mentre viaggiavamo verso Sokna e durante il nostro soggiorno in quella città, osservammo, tanto al mattino quanto alla sera, le frequenti e vaghissime parvenze della luce zodiacale.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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