E forse contribuirà in parte a spiegare questo fenomeno l’osservazione fatta che secondochè varia il punto del nascere e tramontare del sole, ossia secondochè il sole, per es., si corica a ponente più oltre verso tramontana, la luce zodiacale cambia anch’essa successivamente di posto, ossia va dietro al sole. Si potrebbe perciò supporre che questo fenomeno celeste, il quale tiene della via lattea ed ha la forma di un pan di zucchero, siccome il suo splendore ora precede ora segue il sole, tragga da questo astro la sua origine.
Le condizioni igieniche in Giofra sono eccellenti e, all’infuori delle malattie d’occhi, sembra che in questa oasi non domini alcun morbo veramente endemico. Quella malattia speciale, che gl’Inglesi chiamano ciprica e gli Arabi in Tunisia ed in Tripolitania Bu-Dabus (61), la quale, p. es., nell’autunno del 1878 fece grandi stragi su tutte le coste africane e le isole del Mediterraneo, si è tenuta sempre lontana da Giofra. La febbre intermittente, che incute tanto spavento in molte altre oasi, è così sconosciuta in Giofra che, quando per caso alcuno ne ammala, le danno il nome di malattia del Fezan. Neppure c’imbattemmo in Sokna in alcun caso di tigna, così frequente del resto nelle oasi. E le stesse malattie d’occhi, che in tutte le oasi e generalmente in tutta l’Africa settentrionale non mancano mai, qui sono in confronto assai rare. Le malattie d’occhi degli abitanti nell’Africa settentrionale devono attribuirsi in parte alla loro poca nettezza e al non aver cura di sciacquarsi gli occhi soventi, il che è tanto più necessario in quanto che l’aria, d’ordinario, è sempre piena di finissima polvere, in parte però anche ai perniciosi effetti del sole sugli occhi privi di qualunque riparo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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