Le palme selvatiche hanno le foglie più corte (Gerid), il fusto più sottile, e le penne più fine. In Giofra non ve n’è punto. Il numero delle domestiche, come mi fu detto, ascende a 5000; dovrebbe però essere molto maggiore e forse per tre volte, giacchè gli abitanti, a causa delle imposte che gravitano sulle palme, cercano di ridurne il numero al meno possibile. Supponendo che il numero dichiarato dalle autorità o dai proprietari sia il terzo di quel che è realmente, non si è molto lontani dalla verità.
Gli altri alberi da frutta meritano appena di esser presi in considerazione. E sono le viti, i mandorli, gli olivi, i cotogni, i melagrani, i fichi, gli albicocchi, ed alcuni meli, che danno dei frutti grossi come una noce; gli erbaggi coltivati negli orti sono gli stessi che crescono nelle altre oasi, soprattutto rape, pomidori, cipolle, cavoli, agli, cocomeri, zucche, poponi, acetosella. Fiori non ve n’è affatto, nemmeno i gelsomini e le rose, che nelle oasi settentrionali si coltivano con tanto amore.
Dei cereali, gli abitanti raccolgono nei giardini riso, frumento, orzo e miglio, ma, come abbiamo già fatto osservare, negli anni in cui le piogge cadono abbondanti, gli Honensi almeno seminano anche del grano nella terra solcata dall’aratro.
La piantagione e la seminagione di queste piante ha luogo entro piccole aiuole, ampie circa un metro quadrato, cinte da alti margini di terra, le quali vengono regolarmente innaffiate coll’acqua dei pozzi, non essendovi in tutto Giofra una sola sorgente di acqua viva.
| |
Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
|
|
Gerid Giofra Honensi Giofra
|