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      Tutti si tingono le ciglia di Kohöl (antimonio) e le donne e le ragazze le unghie e spesso anche le intere mani di henneh.
      È assai difficile per uno che non sia Maomettano, quantunque in grado di parlare benissimo la loro lingua, il farsi un’idea esatta del carattere e dello stato mentale di questi popoli. Poichè la più parte dei popoli per metà inciviliti, e specialmente i seguaci dell’Islam, si nascondono dirimpetto agli stranieri, e soprattutto a quelli di credenza diversa, più di quello che non s’immagini. Bisogna perciò accettare con molta cautela le narrazioni dei viaggiatori a questo riguardo giacchè, solo dopo aver dimorato lungo tempo con un popolo e dopo aver imparato a conoscere gl’individui i più disparati, ed aver vissuto con loro in mille diverse eventualità, si riesce a formarsene un’idea in qualche modo corretta. Questi popoli, e noi dovevamo tosto farne triste esperienza, esercitano bensì tra di loro la verità, la schiettezza, la fedeltà e l’onoratezza, ma solo quando non possono in modo alcuno sottrarsi a queste virtù. Lo stesso avviene, del resto, presso i popoli, la cui intera vita è fondata di preferenza su formalità religiose, che porgono occasione all’ipocrisia, alla santocchieria ed alla falsa compiacenza. Nulla corrompe i popoli maggiormente quanto le pratiche di religione puramente esterne. Non invano disse Gesù Cristo: «Quando vuoi pregare ritirati nella tua cameretta»; non invano Gesù con tanto zelo inveì contro la santificazione di un sì fatto Sabbato, che vietava il rompere d’una spiga e la cura d’un infermo.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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