Sempreppiù si fa però di nuovo palese la tendenza del clero a tender lacciuoli all’uman genere con un cerimoniale tutto esteriore e tra i maomettani le cose vanno ancor peggio, perchè non solo il clero esercita una censura, ma l’intera vita si aggira intorno alla fede e al denaro e l’uno invigila l’altro rispetto ai suoi doveri ed agli esercizi religiosi.
È cosa di somma importanza per Abdallah se il suo vicino Mohammed ha già recitato la preghiera della sera e se l’ha recitata in casa, nella moschea, oppure - il che è il miglior modo, sotto ogni rapporto, giacchè si dà così volontieri spettacolo della propria devozione, sulla pubblica strada: Ben Daud deve sapere a ogni costo se l’Hagi Ali ha fatte le sue abluzioni nella moschea o se le ha fatte in casa o forse semplicemente con un pugno di sabbia.
Gli abitanti non sembrano essere accattabrighe, malgrado la contesa di cui abbiamo narrato tra gli Honensi e i Soknensi. Non sono nemmeno vivaci, anzi piuttosto indolenti e non sanno cosa sia il fanatismo del Marocco o degli Snussi, quantunque questi ultimi facciano di tutto per rendere intolleranti i loro proseliti; degli stessi doveri religiosi sono osservatori poco ferventi. La lentezza che mostrano in ogni loro atto è però una conseguenza del loro governo domestico, perchè il gran numero degli schiavi toglie agli abitanti di occuparsi di qualunque lavoro. Osservano l’ospitalità ma non a tal punto come nell’occidente dell’Africa.
Gli abitanti si dedicano principalmente alla coltura dei loro giardini, il commercio essendo di così poca importanza che non merita quasi alcuna considerazione: anche l’allevamento dei cammelli degli Honensi e degli Arabi di Sokna sta molto al di sotto di quello delle palme e della lavorazione dei campi.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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