Io però sono piuttosto inclinato a credere che ci chiamano «tamur-t-inghimattar», ossia «i malvagi». I Berberi di Sokna pretendono anche di essere originari del Marocco. Siccome però il loro idioma ha più affinità con quello di Augila e Siuah, che col Rhadamesico e Targhico, la cosa ha i suoi buoni dubbi.
La seconda città e la più popolosa è Hon, situata ad oriente di Sokna, alla distanza di circa 10 chilometri. La popolazione è araba pura e la città è cinta di mura candidissime e ben mantenute, con parecchie moschee, in una delle quali tutti i venerdì si recita il Chotba. Del resto Hon, coi suoi 2000 abitanti, non ha nulla di notevole.
Uadan, la città santa e storica, ha un aspetto estremamente pittoresco; parte di essa è fabbricata intorno alla vetta di un monte e l’altra a poca distanza nella pianura. Disteso tra le palme, il grazioso quadro è incorniciato al fondo verso oriente, dai monti neri di Uadan. Uadan non ha che una sola moschea. Avendo fatto osservare questa circostanza assai strana per una città santa allo Scich Scerif che mi accompagnava, mi disse fieramente: «Nella Mecca vi è pure un solo tempio ed i Beni Isràel in Bit el-Chuds (71) aveano egualmente un tempio soltanto!» Non seppi che rispondergli.
CAPITOLO VIIIDa Sokna ad Augila.
SOMMARIO. - Partenza da Sokna. - Attendamento nell’Uadi Missifer. I doni imperiali non ancor giunti. - D’ora in poi territorio dove niuno ha mai posto piede. - Arrivo in Zella. - Gli Uled Chris. - Spedizione allestita dagli Zellensi guidati da Mohammed Tarrhoni alla scoperta di un’oasi chiamata Uau el-Namus.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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