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      Intiere tribù s’erano cioè allontanate dai loro villaggi, per uscire dalla giurisdizione del governo turco, che aumentava le imposte così enormemente e le riscuoteva con così mostruoso arbitrio, che preferivano rinunciare a tutto, piuttostochè essere più a lungo esposte a simili angherie. E dove potevano infatti meglio rifugiarsi che sui confini delle steppe delle Sirti, dove trovavano pascoli pei loro animali, gherara per seminarvi il loro grano ed innumerevoli nascondigli nello charasciaf, per isfuggire, in caso di bisogno, al braccio della prepotenza turca? In questa stessa direzione percorremmo circa 50 chilometri sempre tra le prealpi dell’Harugi. I numerosi Uidian, che noi attraversammo, i quali si dirigevano tutti verso nord-est, le grandi e piccole gherara che mostravano tracce recenti di coltivazione, erano altrettante prove che qui domina tuttora la zona delle piogge del Mediterraneo e non raggiunge i confini meridionali che sulla cresta dell’Harugi.
      In questa natura così grandiosa soffrimmo però grandemente a causa dei Samum, che nel 1879 sembravano soffiare con speciale veemenza. Mentre ai 21 di marzo attraversammo il Gef-Gef di Gebel Bürsa e Remlat el-Mushma incredibilmente ricco di petrificazioni, e quindi la maravigliosa regione Dekakin, ci sorprese alla sera nell’Uadi Bu Naim, al momento che volevamo attendarci, un Samum così violento, che dovemmo deporre il pensiero di far la cucina o drizzare le tende. Il giorno innanzi avevamo già nel modo migliore e più dignitoso solennizzato il giorno natalizio dell’imperatore, sparando anche 101 colpi di fucile.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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