Ma tutto nel Sahara raggiunge le più vaste dimensioni. Così le grandi colonne calcari che torreggiano nel centro dell’oasi Abu Naim sono anche a un dipresso della stessa altezza come il «lido apparente», che trovasi a settentrione. Tutte queste rocce calcari contengono delle petrificazioni ed interi strati di petrificazioni, anzi sono composte in parte non altrimenti che di animali una volta viventi. Nel suolo sabbioso dell’oasi s’incontrano innumerevoli foraminifere, spesso dalle forme più vaghe e più delicate. Peccato che delle infinite ostree, conus, patellidi ed ammoniti non vi rimangano più che i nicchi.
Il suolo marnoso, spesso anche sabbioso, dell’oasi può dirsi in generale assai buono, come risulta abbastanza provato dalla ricca vegetazione. Ma non mancano però estesi tratti Gef-Gef e Sebucha. Ad ogni modo si potrebbe coltivare e lo si farebbe anche se la regione non fosse così poco sicura. Per una distanza di almeno 200 chilometri non vi è alcuna colonia stabile. E i Beduini che dimorano al settentrione preferiscono di affidare le loro sementi al terreno in vicinanza della costa piuttostochè nel cuore del deserto.
A ciò si aggiunge l’acqua poca potabile, cosicchè si beve solo quando si è costretti dalla necessità. L’acqua cioè o scorre a poca profondità sotto i sebchat, che in alcuni siti passano attraverso l’oasi, ed è allora satura di sale e contiene dell’alcali o del sale catartico amaro; oppure giace in quelle buche a foggia di cratere, situate su una cresta calcarea che solca l’oasi da oriente ad occidente, e contiene allora dello zolfo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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Sahara Abu Naim Gef-Gef Sebucha Beduini
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