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      Queste buche follicolari ed aperte sono più elevate del terreno circostante; il pozzo, per es., era circa 3 m. più alto del sito poco distante dove eravamo accampati e consisteva in un bacino calcareo della forma d’una vescica apertasi alla cima, che si allargava internamente a modo d’un paiuolo ed aveva la profondità di 2 metri. Al fondo però vi erano probabilmente dei crepacci sottili che noi collo scandaglio non potevamo scoprire, a causa della torbidezza dell’acqua. Oltracciò il letto della sorgente era coperto d’uno strato di melma e di sabbia alto almeno 30 cent. L’acqua però, appena attinta, si rinnovava immediatamente a vista d’occhio. Con una temperatura atmosferica di 18°, aveva 18°,5 di calore misurato col termometro di Pinsel. La temperatura era sempre costante, il che in certo modo mi sembrava assai strano, perchè col rinnovarsi dell’acqua, naturalmente la temperatura avrebbe dovuto elevarsi.
      L’acqua contiene una dose così forte di zolfo che non esito a dichiararla come una delle più potenti tra le sorgenti solforose. Avvicinandosi alla sorgente alla distanza di 2 metri, si è già immersi in un’atmosfera di acido solfidrico. Io sono persuaso che verrà tempo in cui Abu Naim farà concorrenza ad Aquisgrana ed altri famosi bagni solfurei. Certo non era piacevole il dover bere quest’acqua minerale, che avea il gusto delle uova guaste, e non averne altra per cuocere le vivande e preparare il caffè. E perciò ora Abu Naim non sarebbe aperto per un luogo di cura, giacchè cosa direbbero gl’infermi di uno stabilimento di bagni solfurei, quando si volesse costringerli, non solo a berne il numero di bicchieri prescritto, ma a servirsi dell’acqua solfurea anche per la cucina e per far bollire il loro caffè ed il loro thè? Noi dovevamo abituarvici non solo, ma pel modo di trasportarla, l’acqua si saturava sempre maggiormente di zolfo.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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