Forse lo spavento ha origine più dalla strana vista delle due piccole corna, simili a quelle della capra, che le sporgono dal capo. Le Cerastes si trovano ora in quasi tutti i giardini zoologici. Diverse lucerte, gechi, camaleonti, vespe (anche la bella, grande, azzurra vespa muraiola), moscerini, mosche, varie specie di formiche, formano il corredo della fauna di quest’oasi, la quale perciò non si distingue in nulla da quelle delle altre oasi.
In Abu Naim non vi sono abitatori; l’oasi deve quindi considerarsi, nel più ampio senso della parola, come vacante, conseguenza soprattutto, come abbiamo già fatto osservare, della cattiva qualità dell’acqua. Probabilmente però si potrebbe trarre della buona acqua dal suolo, sia con iscavi, sia con tentativi di perforazioni.
Ad Abu Naim si recano i Beduini di tutte le tribù per raccogliere i pochi datteri che sono poi di pessima qualità. Qui è il caso di dire nel vero senso della parola: chi prima arriva, prima macina. Gli Uled Sliman, gli Uled Scich, i Morharba, i Sauia (da non confondersi coi Suia), gli Uled Chris, tutti fecero qui delle scorrerie, senza contare che Abu Naim spesse volte è il ritrovo di molti banditi ed assassini da strada, che vengono dal settentrione. Le molte palme foracchiate sono la prova migliore che quei malandrini si trovano sovente costretti a dover fuggire nel cuore della notte, senza aver tempo sufficiente per rifornirsi di viveri. Per un pezzo non gustano allora altro che lakbi e datteri senza padrone: un alimento certo poco gradevole; ma quando così dev’essere, Satana si ciba di mosche, dice l’Arabo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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