Stando così le cose, dopo interminabili trattative coi Mogiabra ed i loro negri, essendo impossibile di partire per Kufra senza una guida, avendo esaurito tutti i mezzi per andare innanzi, non rimaneva altro a fare che tornare indietro.
Però per non dare ai Mogiabra la soddisfazione di averci costretti a far fardello, risolvetti di rimanere e pregai il mio compagno dottor Stecker di recarsi a Bengasi coll’intiera carovana, mentre io rimanevo mallevadore visibile verso i Mogiabra che il viaggio era bensì differito pel loro malvolere, ma per niun conto abbandonato. Si trattava ora di trovare per me un’abitazione alquanto migliore, più fresca e più sicura; e decisi perciò di tornare ad Augila, dove lo spazioso Gasr, una volta sede del governo per tutte le oasi, era vuoto ed a mia disposizione.
Domenica, 19 di aprile, dopo un soggiorno di due settimane, presi commiato dal Caimacan, il quale aveva anche radunato il Migeles.
Il mio compagno di viaggio rimase in Augila una notte soltanto nel Gasr, e mosse quindi alla volta di Bengasi il 20 di aprile a mezzogiorno, avendo assoldato una buona guida.
Mentre Stecker si allontanava con tutti i cammelli, io rimasi solo nel castello con Hubmer ed Omar. Il Caimacan mi aveva dato uno zaptié, il quale radunò i più onorevoli Sciuch della città e fece loro intendere, che erano responsabili verso il governo turco della mia sicurezza. La conseguenza almeno di ciò si fu che venni in contatto con loro e specialmente collo Scich Ibrahim el-Fadhil, il quale si condusse verso di me come un bravo e probo uomo ed amico.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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