Ma il villaggio nell’insieme vedeva di mal occhio ch’io fossi rimasto e la più parte degli abitanti erano così fanatici, che, al secondo giorno che io ero tutto solo al castello, una banda di ragazzi incominciò a bombardarlo con grosse pietre.
Era per me cosa assai notevole che questa città berbera - in Augila non abitano che Berberi - fosse per gli sforzi degli Snussi divenuta così divota, ch’io duravo fatica a riconoscerla. Gli abitanti non erano cresciuti nè in benessere, nè in ricchezze, nè in intelligenza, possedevano però ora quasi altrettante moschee, quante erano le singole grandi famiglie. Mentre prima in Augila non vi era che una sola moschea principale e quattro più piccole, ve ne sono ora ben tredici (82) e tutte posseggono un gran numero di palme. Il numero degli abitanti dell’intera oasi, ch’io altre volte ho detto essere 4000, sale oggi appena a 3000, 2500 dei quali in città. Augila fa l’impressione di essere grandemente scaduta, ma gli abitanti sono dall’altro canto divenuti assai divoti.
Poco a poco venne sviluppandosi una certa intelligenza tra me ed i maggiorenti di Augila e sopratutto i miei rapporti collo Scich Ibrahim el-Fadhil divennero sempre più saldi e più intimi, tanto più essendomi io prestato a curarlo per una archibugiata toccata poche settimane prima.
Riuscii anche a prender lezione nella lingua di Augila (83) da due scrivani, ed ebbi motivo di convincermi che quest’idioma barbaresco è uno dei più interessanti della grande lingua Masigh. Noi possiamo ritenere con certezza che gli Augilensi, sin dal tempo di Erodoto, erano Libî, ossia Berberi, e si servivano probabilmente della stessa lingua che ora.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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