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      A ciò si aggiunge uno schifoso fanatismo, fondato sulla più spaventosa ignoranza. Quante volte mi è occorso di crollare il capo alle descrizioni che ordinariamente si fanno del carattere degli Arabi, esaltandone la magnanimità, la virtù del mantenere la parola data, anche dirimpetto al nemico, la generosità, il valore e, persino, le produzioni in fatto di storia. Si dovrebbe pure una volta incominciare, finalmente, a portar giudizio d’un popolo dalle sue opere e dai suoi parti intellettuali. Gli Arabi furono e saranno sempre un popolo di parassiti.
      La Spagna può chiamarsi fortunata di aver da tempo scacciati questi Semiti. È vero che non si trova in floride condizioni, ma se avesse conservata questa orribile banda si troverebbe ancora, forse, allo stesso livello del Marocco. Si paragoni l’incivilimento della Spagna con quello del Marocco, della Tunisia, della Tripolitania, ecc, e si rimarrà meravigliati dell’enorme differenza. Il rammarico per la cacciata dei Semiti dalla Spagna non può in alcun modo essere giustificato. Se gli Arabi fossero realmente così valenti uomini, come si è purtroppo inclinati a credere, allora avrebbero nel Marocco, in Algeria ed in Tunisia dopo la loro cacciata dalla Spagna fatte le stesse cose, che si vuole abbiano in Ispagna portate a compimento. I Francesi, scacciati sotto Luigi XIV dalla Francia per cieco odio religioso, scaddero forse in Germania dalla loro primitiva coltura? Al contrario, ancora oggi sarebbero l’orgoglio della Francia, come lo sono della loro nuova patria nelle scienze e nelle arti.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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