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      Maestosa abbastanza era la vista della carovana, chè i Sciuch Suia erano tutti a cavallo, sebbene su ronzini orribilmente magri. Ma uno Scich senza certi attributi non apparirebbe in tutta la sua pompa agli occhi della propria casta. Quindi un cavallo, un levriero, un parasole, un falco ed un lungo archibugio, in cima al quale è assicurata una baionetta irrugginita: e in questi arnesi s’avanza lo Sciuch Suia vestito d’un sudicio abito (camicia e brache di cotone, che mai non vengono lavate) e al di sopra un burnus di stoffa di lana pesante, in cima al quale, nelle grandi solennità, getta un burnus rosso fuoco, ornato di trecciuolo d’oro. Va di rado a piedi, lo Scich Suia, perchè sarebbe contrario al suo «savoir-vivre», ma dietro di lui, sulla groppa del cavallo, siede il falco su un piccolo cuscino di cuoio: colla sinistra sostiene il parasole aperto, sulla schiena pende il lungo fucile a pietra, alla cintura sono assicurate due pistole ed un pugnale e dietro al cavallo trotta il suo Slughi. I Suia sono appassionati fumatori, ma solo quando riescono a mendicare del tabacco per la sigaretta. Tutti sanno mangiare a crepapelle, sopratutto quando possono farlo a spese altrui.
      Io mi era comprato a Bengasi uno stallone, pel quale gli strapazzi del viaggio erano un giuoco, e mi era anche provvisto d’acqua in abbondanza, tanto che lo Scich Bu Bekr col suo cavallo e lo Slughi profittavano intieramente delle mie provviste. Dopo il levar del sole marciavamo d’ordinario per un’ora, quindi facevamo alto per una mezz’ora e, durante questo tempo, noi Tedeschi mangiavamo del biscotto bagnato nell’acqua, datteri, formaggio, cioccolata, ecc.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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