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      I Suia che ci accompagnavano partirono ora pei vari palmeti, dirigendosi chi a el-Haua, chi a Gesira; questi palmeti erano dai Suia descritti come luoghi abitati e certo contenevano anche anticamente dei villaggi Tebu. Oggigiorno, tutt’al più, vi hanno delle capanne di palme. La più parte degli Arabi, però, preferiscono di accamparsi senz’altro al rezzo degli alti cespugli di palme. Il nostro campo, posto a 240 m. di elevazione sul livello del mare, giaceva, secondo la determinazione fattane dal dott. Stecker, a 25° 37' 44" lat. nord e 21° 25' 20" long. est da Greenwich, circa un chilometro a sud est del Gasr Giranghedi.
      A settentrione dell’Uadi trovasi un gran cimitero con numerose tombe, per lo più rotonde, le quali sono munite di cupole basse, costruite di blocchi di sebcha induriti. Io non scoprii il cimitero che al ritorno, dopo essere stato svaligiato, e non potei perciò disgraziatamente aprire alcuna di quelle tombe, mancandomi gli utensili necessarî. Ma in varie di esse si poteva per alcuni fori spingere lo sguardo nell’interno e vi si scorgevano i morti seduti e coperti di stuoie, le quali, in parte ben conservate, in parte distrutte, non erano fabbricate di foglie di palma, ma intessute di Halfa-mta-Kufra ed avevano tutte la stessa disposizione, ossia si alternavano sempre a serie di quattro matasse. Io raccomanderei ai futuri viaggiatori di munirsi d’acqua per aprir le tombe immollandole; dappertutto vi è acqua nell’oasi ed acqua buona, e non vi è blocco di terra salina, per quanto sia duro, che resista ad una buona bagnatura.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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