I datteri erano qui squisitissimi e l’acqua da bere così dolce, come non ne avevamo più trovata dopo l’antico pozzo romano tra Euhesperis ed Automalax. Qui ci riposammo sino alla sera del 7 di agosto e lasciammo poscia l’oasi per recarci a Buseima, distante circa 100 chil., il cui nome udivamo ora per la prima volta e, secondo ci veniva riferito, era un’oasi posta sulla via di Kebabo.
Chi è esploratore, potrà farsi l’idea di entusiasmo con cui ci ponemmo in cammino per raggiungere quest’oasi, della cui esistenza non avevamo assolutamente alcuna contezza. Era l’oasi grande, piccola? Queste erano le domande che noi spesso rivolgevamo a quelli che ci accompagnavano, ma nulla potemmo sapere di preciso, se non che essa doveva essere situata ai piedi di un monte e vicino ad un lago. Un lago nel centro del Deserto libico! Marciando in diritta linea, verso sud-est, dovemmo di nuovo attraversare una pianura ghiaiosa, che in ultimo cangiossi in un oceano di dura e grossa sabbia. Finalmente però scorgemmo dalla cima delle più alte onde di questo mare sabbioso i bei monti di quest’oasi. Quando si viaggia per molti giorni continuamente in pianura - e quali pianure! - sembrano colossi anche i piccoli monti (l’altezza assoluta di Gebel Bu-Seima è di 388 metri), specialmente quando ci appaiono in forme così pittoresche: neri e dentati, per tutta la loro lunghezza. E cosa è mai quel che vediamo là giù? Un lago azzurro con alti frangenti? Sì, il lago esisteva infatti, ma i cavalloni erano iscongiurati dal fantasma del deserto, la fata morgana.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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