Si lascia ad occidente un monticello nero isolato, che porta il nome poco decente di Gor Sibbel el-Abid e subito dopo si scorge a mezzogiorno la grandiosa catena del Gebel Neri, anch’essa di colore oscuro, che si stende da oriente ad occidente, e divide l’arcipelago di Kufra in due metà, una settentrionale e l’altra meridionale. Nella sabbia si trovano quelle meravigliose formazioni, che spesso sono delle vere fulgoriti, molte volte però ne hanno solo l’apparenza. Alcune di esse richiamano anche alla memoria i gusci delle tubicole ed io non entro a giudicare, se si trattasse poi effettivamente di questi ultimi. S’incontrano pure dei pezzetti microscopici di calce compatti internamente come se fossero dei vermi petrificati. La giogaia Neri rimane al sud-ovest distante circa 30 chil. dalla carovana ed i Suia ci narrarono che, tanto in alto, sulla cima della catena, quanto al piede del margine settentrionale, si trova un pozzo e vi crescono anche alcune palme. A noi non fu dato di vederle.
Dalla vetta di una duna che si eleva ad oriente della via, all’altezza di oltre 100 metri, si può scorgere quasi a metà strada, tra Buseima e Kebabo, il monte, a lato del quale giace Erbehna e la catena di Sirhen che si estende al nord-est, sebbene quest’ultima non trovisi in vicinanza di Ssirhen, ma due giornate più al sud. Le dune che si traversano non hanno alcuna direzione determinata, come p. es. nella parte orientale del Deserto Libico, od a mezzogiorno dell’Algeria; ma a volo d’uccello si potrebbe forse scorgere una zona di esse da nord-est dirigersi verso sud-ovest.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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