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      La sabbia si compone di quarzo e di particelle calcari: ha però una tinta più oscura, probabilmente per la mescolanza di particelle di ferro. Alquanto al nord del Gor el Hauari, che è una continuazione del Gebel Neri (95) come gli altri monticelli isolati, si entra in una regione che ha del charasciaf, le dune di sabbia si trasformano in ondulazioni sabbiose, piane, grandi e compatte e finalmente si trova di nuovo un Ssesir, suolo ghiaioso, dal quale sporgono quei monticelli rimasti tuttora in piedi. Ora però si osservano anche quelle meravigliose formazioni che spesso s’incontrano in altre parti del deserto, grandi e piccole palle, ora di una rotondità matematica, ora bitorzolute ed ovali, delle volte cave, delle volte ripiene di sabbia lucente, oppure della stessa massa vetrosa, di cui è formata la corteccia della palla; quindi formazioni tubulari della stessa materia, della lunghezza e spessore d’un piede e rigonfie a modo d’una torta! Tutta la campagna ne è coperta ed i frammenti più piccoli le dànno il color nero.
      Ai 13 di agosto raggiungemmo l’angolo estremo della parte nord-ovest di Kebabo, chiamato Hueuiri, e ci trovavamo perciò nell’oasi principale di Kebabo. Drizzammo le tende in un bel palmeto, che apparteneva allo Scich Krim Bu Adb el-Rba, le cui genti ci fecero lietissima accoglienza. In somma nulla aveva fatto sinora supporre, che ci saremmo tosto trovati in così terribile impaccio, essendosi mostrati i Suia verso di noi sempre cortesi ed affabili oltre misura. E se pure vi furono alcune volte delle contestazioni tra di noi, gli Sciuch intervennero ogni volta per comporle, cosicchè non si era mai venuto con essi ad alcun serio screzio.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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