In Surk, però, gli uomini dello Scich Krim el-Rba stavano in guardia, perchè temevano forte, che i Bu Guetin ed i Gaderroha venissero ad assaltarli: d’altra parte lo Scich ci fece le maggiori finezze. Eravamo salvi in tutta l’estensione della parola, dopo aver per parecchie settimane ondeggiato tra la vita e la morte.
Ci riusciva però doloroso, oltre misura, l’esser appunto ora interrotti nel mezzo del nostro còmpito, quando così fermamente si poteva contare sopra un esito fortunato. Coi mezzi di cui eravamo provvisti, con un contratto stipulato con tanta precisione e garantito dal governo turco, con una simile scorta, io ritenevo per cosa certa ed indubitabile di poter andare da Bengasi ad Abeshr, capitale dell’Uadai, come in Germania si viaggia da una città all’altra. Ed ora tutto era finito. Gli strumenti, sopratutto, formavano una perdita irreparabile. Sotto questo rapporto il nostro liberatore si era disgraziatamente ingannato. Seguendo il suo consiglio, di portar via soltanto i denari, giacchè i banditi, sapendomi al sicuro, non avrebbero osato toccare gli oggetti rimasti nel campo, lasciammo ogni cosa a suo posto. Sarebbe stato per noi molto più facile il caricarci dei nostri giornali, vocabolarî, carte geografiche, ecc., ed anche degli strumenti più necessarî che di que’ pesanti sacchi di danaro. Che siasi verificato quanto Krim el-Rba aveva preveduto, non può negarsi: quel che cercavano, principalmente, era il denaro; ma nel primo impeto d’ira, per non averne trovato altro, avevano tutto fracassato e distrutto.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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