Alla notizia ch’io era vivo ed in luogo sicuro, incominciarono però il giorno dopo a pentirsi del malfatto: ed ai 14 di dicembre si erano già radunati alcuni spontaneamente a fine di raccogliere per noi oggetti, merci, ecc.
Era Daha (9 ore del mattino), quando vedemmo giungere, seguiti da 100 uomini armati, alquanti cavalieri, i quali, dopo un breve abboccamento col nostro Scich, aprirono un solenne Migeles: «È Gib el-Lah el-Abid, lo Scich degli Uled Amera», mi disse il figlio del nostro Scich e subito dopo Stecker ed io fummo chiamati per esser presenti all’adunanza. Dopo scambiati i saluti d’uso, Scich Gib el-Lah si professò mio amico, e mi offerse i suoi servizi pregandomi soltanto di rilasciarli una dichiarazione per iscritto, che nessuno della sua intera tribù aveva preso parte all’assalto, perchè non intendevano di rinunciare alla loro patria, anzi desideravano di tornare novellamente al Barka. Io lo ringraziai della sua amichevole offerta, scrivendogli la dichiarazione.
Essendosi Gib el Lah el-Abid colla sua intiera tribù dichiarato in nostro favore, le opinioni dei Suia in tutta l’oasi cangiarono interamente: però più tardi ci fu forza partire e trasportare le nostre tende a Giof, perchè non si riteneva il soggiorno in Surk abbastanza sicuro per noi. Lo stesso giorno nelle ore vespertine prendemmo le mosse, cavalcammo prima attraverso il bel palmeto di Surk, capitammo quindi in una sola Sebcha e giungemmo di lì a poco a Giof, un villaggio Suia, lontano da Surk circa 15 chil. e posto nel mezzo d’una incantevole vegetazione.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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