Ciò che sorprende maggiormente si è la solidarietà degl’interessi dell’intiera tribù.
Il consiglio si radunava sempre ogni giorno e la carovana che era accampata nelle vicinanze aveva recato in Giof uno straordinario movimento. Oltracciò venivano giornalmente dei Tebu da Taheida e Tolelib, per vendere degli asini, delle ghirbe (otri), delle capre, del burro e del formaggio, ricevendo in cambio denari, datteri, stoffe di cotone, coltelli ed altri articoli. Armati dei loro giavellotti, e dello scianghermangher (99), chiusi nei loro litham (100) e vestiti dei loro Tobe oscuri (101), spesso anche nudi, del resto però con visi espressivi, hanno un aspetto oltremodo singolare, e volentieri sarei entrato in relazione con loro; ma erano timidi come colombi selvaggi e si vedeva chiaro che erano stati spaventati ed avvertiti di non trattar con noi. Io non potei nemmeno sapere donde venissero, i Suia non lo sapevano o non volevano dirlo, ed essi evitavano qualunque avvicinamento. Solo potei accertare che appartenevano agli Rsciade.
Contrariamente ad ogni mia aspettativa, e cosa del resto che sembra appena credibile, Sidi Aghil venne il giorno dopo da me ancora una volta, tutto umile e chiedendo perdono. Lo Scich Krim m’aveva già prima recati i 208 talleri che egli aveva restituiti incondizionatamente, e nello stesso tempo mi aveva pregato di riceverlo: non stava bene di spingere le cose agli estremi; egli in ogni modo non solo era Chuan, ma apparteneva ad una delle più potenti famiglie e via dicendo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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