Sidi Embark», continuò egli, volgendosi al suo compagno, «d’ora in poi veglierai anche tu di notte tempo acciò il nostro ospite possa dormire tranquillamente e tu, Scich Krim, disse a costui, avrai cura che ogni notte il capo del nostro ospite riposi in luogo diverso, giacchè una palla facilmente può trovarne la strada, e nelle ore della notte 100 uomini dovranno far guardia continuamente».
«Io ti ringrazio, ia Sidi el-Hussein, della tua bontà verso di noi; ma come va, che i Chuan erano prima così accaniti nemici, che ci proibirono persino di avvicinarci alla Zauia ed ora tu e, come pare, tutti i Chuan siete così cortesi a nostro riguardo»?
«Solo Iddio vede nei cuori degli uomini», replicò Sidi el-Hussein, «e Dio è l’Altissimo. Le sue vie sono giuste. Maometto, il prediletto da Dio, ha chiuso (110) ai miscredenti i luoghi santi dì Mecca e Medina, noi però apparteniamo a Dio e torniamo a lui. Ed ora la Fötha!».
Ed alzò le braccia, come uno che voglia afferrare una palla con ambedue le mani: noi e tutti coloro che erano accoccolati all’intorno facemmo lo stesso gesto. Egli poscia recitò ad alta voce il primo capitolo (Fötha) del Corano, e terminato che l’ebbe, ci stropicciammo, alla parola «Amin», il viso e la barba.
I due santi si alzarono in piedi e tutti si fecero loro intorno per baciare il lembo della loro veste e carpire una benedizione speciale. Io però corsi a raggiungerli e dissi: «Sidi ei-Hussein, tu mi permetterai di contraccambiare il tuo dono; io ho tra i miei oggetti un Burnus bianco, indegno di te, a dir la verità, ma il mio cuore avrebbe piacere se tu volessi accettarlo». «Ia Bei», rispose il sant’uomo, «Iddio ti apra!
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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