Dal giardino fu facile ad Eckart di gettare un’occhiata sulla Zauia, lontana appena un chilometro, che era posta su un colle roccioso, nudo, probabilmente dove per lo innanzi elevavasi un Gasr. Il luogo circondato da alte mura ha tutto l’aspetto di una fortezza e dovette essere fabbricato a quel modo, perchè nei primi tempi della sua fondazione il villaggio di Giof non esisteva, ed i Chuan, che avevano quivi stanza, non erano così numerosi come ora. Tutte le volte che i Suia migravano verso il nord, i Chuan che rimanevano in Kebabo erano costretti a cercare dietro le mura della Zauia un riparo contro le eventuali scorrerie dei Tebu. Oggi sono cresciuti talmente in potenza, che uniti ai Giofensi non hanno più nulla a temere. Gli abitanti liberi nella Zauia el-Istat (114), che è il suo nome dato per intero, non saranno più di 250: cogli schiavi però il numero sale a 500. Nell’interno vi è una grande Moschea, una abitazione vastissima per lo Scich della Zauia, Sidi Omar Bu Haua, una Medressa (scuola) ed anche alcune botteghe. La Zauia giace a 6 chil. da Boema verso occidente, e circa a metà distanza da Giof verso nord-est.
Naturalmente per quanto Eckart cercasse di esser discreto, i due sciuari furono tosto ricolmi. Quando rientrò in Giof s’ebbe non solo da noi, ma da tutti i Suia le più festose accoglienze, ed il giorno fu speso nella più chiassosa allegria, giacchè gli abitanti del villaggio che aveano prima mangiato parte delle capre dei Chuan, furono anche invitati ad assaggiare con noi i cocomeri, le cipolle, i poponi ed i melagrani.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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