Le catene ed i monti sono tutti stratiformi ed a vederli sembra che il terreno circostante sia stato come spazzato via - forse dalla violenza delle acque, forse da quella del vento - e le catene e gli avanzi dei monti siano rimasti in piedi come «segnali». Essi hanno tutti la stessa altezza, ossia non vi sono punte dominanti: l’elevazione però cresce andando verso il sud.
Per quanto si riferisce alle condizioni idrografiche di Kufra, non vi è alcuna delle isole (116) dove vi siano acque correnti, neanche fili di acqua come quelli che scendono dalle sorgenti di Rhadames e di Zeila. Sembra nonostante che in ogni oasi esista un grosso strato di acqua, il quale trovasi, secondo l’elevazione locale del suolo, alla profondità di 1 sino a 3 metri. Io non m’arrischio di stabilire se in origine tutte le oasi fossero laghi o paludi (Licomedis palus, Cleartus palus), come lo sono tuttora in gran parte Erbehna e Buseima. Il fatto si è, che nelle due grandi oasi di Taiserbo e Kebabo esistono anche oggi delle vaste paludi con piccoli laghi, quantunque qua e là ricolme di sabbia a tal modo che la vegetazione propria delle paludi salse delle oasi (Kasbah ed Ethel) non si è potuta sviluppare nè ai margini, nè in altro luogo. Le oasi di Kufra hanno ciò di comune con tutte le altre oasi del Sahara, che in vicinanza dei laghi e paludi salate e delle sebcha s’incontrano delle sorgenti di acqua dolce. Una analisi chimica esatta fa rilevare a ogni modo che anche in queste sorgenti di acqua dolce sono mescolate considerevoli particelle di sale, sebbene la lingua dell’uomo, abituata all’acqua satura di sale o di solfato di magnesia, creda di bere l’acqua più dolce e più pura del mondo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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