Alla Mecca fu prima l’allievo, poi il successore indicato dallo sceicco Ahmed ben Edris. Appena che questi, morente, gli ebbe affidato i suoi pieni poteri, egl’incominciò la sua propaganda con un viaggio all’Iemen; ma, disanimato dal poco successo delle sue prime predicazioni nel sud-ovest dell’Arabia, presso gli Ibâdija e gli altri scismatici che dovevano nullameno cedere, più tardi, dinanzi la tenacia dei suoi discepoli, ritornò alla Mecca, s’accinse a convertire una scelta di pellegrini ortodossi della Berberia ed a far loro accettare la tarîqa mohammedîja o «via di Mohammed» (Maometto). È in tal modo che il novatore chiamò egli stesso la religione sorta dal sciadhelismo riformato, che aveva distillato tanto dal corano e dall’opera dei suoi commentatori, quanto dalle sue proprie meditazioni, e ch’egli presentava ai suoi allievi come il vero e puro islâm, sciolto da tutte le credenze e da tutte le pratiche parassite che i teologi avevano innestato, durante dodici secoli, sul fondo della dottrina del gran profeta degli Arabi. - In seguito, ed è un fatto notevole da constatare, il nome della setta fu cambiato, almeno in pratica, ed ora è tarîqat es-senûssija, o «via snussiana», detta la dottrina di Sidi Mohammed Ben ’Ali es-Snûssî.
Questa religione, che tale può dirsi lo Snussismo al pari di altri culti riformati, per es. il sintoismo ed il luteranesimo, sin da principio si distinse per la sua intransigenza e le sue pretese assolutiste; perciò incontrò un’opposizione severa da parte delle sommità del clero ortodosso, tanto alla Mecca, quanto al Cairo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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