Nell’islâm, come nel cattolicismo romano, gli ordini religiosi rappresentano, od almeno pretendono di rappresentare, l’ultimo perfezionamento della vita religiosa. Già prima del 1837 Sidi Mohammed ben ’Ali es-Snûssî risolse di raggruppare i suoi discepoli fondando una nuova confraternita, che gli sopravvivesse, e nel seno della quale si conservasse lo spirito della fede, la forma del culto e le viste politiche ch’egli aveva infuso ai suoi uditori e che egli sviluppava in quel momento stesso, in una serie d’opere, che fecero di lui uno dei più fecondi teologi del maomettanismo. Di tali numerosi scritti il più importante, quello che riassume tutta la sua opera, porta il titolo assai manierato: El-Scemûs el-Sciâreqa, «I soli levanti».
La confraternita di Sidi Mohammed ’Ali es-Snûssî, che il suo fondatore dichiarò essere la risultante delle opinioni e dei lavori dei creatori di tutte quelle più anziane, s’applica in special modo ad insegnare le seguenti nozioni:
Anzi tutto l’esaltazione dell’idea di Dio, al quale solo è riservato il culto. Senza commettere un crimine di lesa divinità, si può benissimo venerare i santi viventi, giacchè il soffio di Dio li riempie e li anima; ma dopo la loro morte, questa venerazione non può più perpetuarsi e tradursi nè in pellegrinaggi alle loro tombe e neppure con invocazioni ai loro nomi, alla loro intercessione. Il profeta Mohammed, «la più perfetta delle creature», dicono i musulmani ortodossi, non fa eccezione a questa regola.
Prima d’essere ammesso nell’ordine, il novizio deve rinunciare al mondo.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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