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      Coscienti della forza che loro presterebbe il mistero, i Senūssīja hanno tentato tutt’i mezzi per mantenere la loro associazione nello stato di societą segreta; da un lato, evitarono attentamente ogni segno esterno di riconoscimento che potesse tradirli a prima vista, ed č perciņ che la corona sulla quale recitano le loro preghiere non differisce da quella della confraternita di Mūlei Tajjeb; d’altra parte, essi non comunicano che ai soli loro affiliati le formole della preghiera supplementare che questi debbono recitare dopo la preghiera regolamentare del mattino - ciņ che non impedģ, come succede spesso in simili casi, che degli estranei riuscissero ad averne conoscenza e che la pubblicassero, con fece il Duveyrier sulla copia inviatagli dal vice-console di Francia a Bengasi.
      L’orazione consiste delle seguenti frasi: «Che Dio perdoni!», invocazione che si ripete cento volte; «Non vi č altra divinitą che Allah. Mohammed č il profeta di Dio, in tutta evidenza e per ogni anima. Egli ha creduto a tutto ciņ che racchiude la scienza divina», e queste tre frasi, cosģ raggruppate, vengono ripetute trecento volte; «Dio, benedici nostro signore Mohammed, il profeta illetterato, la sua famiglia ed i suoi amici, ed accorda loro la salvezza!», e quest’ultima frase č ripetuta trecento volte.
      Oltre questa preghiera, in sč stessa semplice ed inoffensiva, ma che ogni giorno richiama all’affiliato ch’egli ha abdicato le sue opinioni nelle mani d’un direttore spirituale, la confraternita possiede altri mezzi per mantenere il fervore e la sottomissione tra i fratelli.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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