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      È quindi probabile che esistano in quei luoghi dei fosfati utilizzabili: per giudicare però della loro entità, attenderemo che quegli egregi esploratori ci abbiano fornito in proposito notizie tecniche più circostanziate.
      16 Le saline di Bengasi davano sin qui un reddito annuo medio di L. 650.000 circa.
      17 Lo Sforza nel citato documento scrive che «la formazione del Gebel tripolino appartiene generalmente all’epoca terziaria, come quella del sud tunisino; ha la stessa origine sedimentare, vi si riscontrano in generale gli stessi caratteri, con sviluppo maggiore e più completo di depositi lagunari miocenici». Ciò è in opposizione con quanto osservò l’ing. delle miniere francese G. Rolland, il quale, nelle sue esplorazioni geologiche, idrologiche e meteorologiche nel Sahara, nel 1880 ed anni seguenti, constatò che le regioni montuose adiacenti a Tripoli, e così pure l’Hammada el-Homra (cioè lo Hammada rosso) più a sud (terribile altopiano deserto petroso), appartengono all’epoca secondaria, cioè al cretaceo medio nei monti Tarhûna e al cretaceo superiore nei Ghuriân e Nefâsa, pur notandovi vulcani spenti a crateri nei Ghuriân medesimi. Le osservazioni del Rolland collimano con quelle precedenti dei maggiori esploratori della Tripolitania, come Barth, Overweg, Duveyrier, Rohlfs, Nachtigal e altri. Anche il Vinassa de Regny, nella zona litoranea da lui visitata, tra Lebda e Tripoli, non potè rinvenire terreni terziari.
      18 Nella Tripolitania settentrionale («Bollettino d. Soc. Geogr.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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