Trapanate le due ossa parietali ad una gallina con una specie di spatulino ho levato da tutti e due gl’emisferi del cervello una gran quantità della sostanza, cinerea, di cui sono composti i medesimi; pareva che l’animale soffrisse qualche poco da principio, ma dopo 20. minuti cominciava a passegiare, beveva, e mangiava alcuni briccioli di pane: rimaneva però un poco stordito, e come ubbriaco, e quando col becco voleva prendere qualche pezzettino di pane lo sbagliava facilmente, ne poteva afferrarlo, che dopo due o tre colpi di becco. L’ammazzai dopo 24. ore, ed avendo visitato il cervello, trovai, che per due terzi la sostanza degl’emisferi era stata esportata, e che si era riempito il vuoto di sangue aggrumato: ma nè l’espansione midollare, che si trova nella faccia interna degl’emisferi, nè la porzione oblonga, che si ritrova alla base erano punto state offese.
Fatte due aperture nelle ossa parietali d’un gallo d’un vigore, e d’una ferocia straordinaria, collo stesso metodo esporrai una quantità della sostanza, di cui sono formati gl’emisferi, ed inoltre collo stesso stromento lacerai non solo la suddetta espansione midollare, ma anche quella, che occupa la base degl’emisferi. Feci quest’operazione in tre volte lasciando mezz’ora d’intervallo tra ogn’una. A misura, che maggiormente offendevo le parti suddette, s’instupidiva l’animale, e restava più fermo, e tranquillo: si assopì infine e si coricò per terra, e vi stette qualche tempo, ed un’ora dopo rimase come una statua, sicchè se ne stava ritto in piedi senza punto muoversi per nessun forte romore, nè per la presenza del cibo, o dell’acqua, nè per leggieri punture, e solo quando gli veniva dato un forte urto, come p. e. un colpo di piede, cangiava di sito, ed alle volte faceva alcuni passi.
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