Eseguj la stessa operazione in un pesce gatto (squalus catulus L.) con maggior facilità essendo le ossa del suo cranio cartilaginee, e potendo esser tenuto per longo tempo fuori dell’acqua: perdette la locomozione, e rimesso nell’acqua si agitava con movimenti vaghi, ed incerti, ne poteva più darsi al nuoto.
Osservai come dissi in varj polli guarire ben presto l’offesa fatta al cervelletto, e riacquistare la pristina attitudine al moto: questo però vidi succedere in una maniera più singolare nella prima testuggine operata, in cui avendo solamente lacerato, e diviso l’organo suddetto, restò l’animale per molte ore paralitico, ma poi acquistò in breve una facilità al moto sorprendente, sicchè continuamente passeggiava con una velocità quadrupla, dirò così, di quella, che aveva per l’avanti. Fui curioso di esaminarne il cervelletto solamente coperto di sangue agrumato, mi parve cicatrizzato, e di molto ingrossato. Sarebbe fors’egli possibile, che il cervelletto in quest’animale acquistato avendo per mezzo della cicatrice un più grande sviluppo potesse contribuire così all’insolita agilità, di cui godeva dopo l’operazione?
Tentativi di consimili sperimenti negl’animali invertebrati.
Estesi pur’anco queste osservazioni sopra gl’animali invertebrati, nei quali non si saprebbe dire qual sia la parte, che fa le veci di cervelletto, essendo l’encefalo in questi composto di due o più ganglj situati attorno all’esofago.
Difficile riesce pure di esportare parte de’ ganglj componenti il cervello dei molusci senza portare gravi offese all’animale.
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