Toccando o lacerando qualunque parte degl’emisferi, o del cervelletto non si osserverà mai altro, che gl’effetti sopra designati (articolo 3. e 4.); ma qualora le parti vicinissime al midollo oblongato, e molto più se questo profondamente s’irriti, si manifesteranno subitamente dei movimenti in tutti i muscoli più o meno forti, e gagliardi secondo la prodotta lesione. Sembra adunque, che il meccanismo, per cui si determina il passaggio del fluido nerveo dal cervelletto al nervo, ossia per cui l’estremità centrale di quel conduttore viene in comunicazione mediata, od immediata col viscere elettromotore, deve trovarsi nell’intricatissima porzione dell’encefalo, che appena irritata da origine ai movimenti convulsivi. Necessaria deduzione mi sembra poi il dire, che ogni qualvolta la perdita del moto si manifesta in uno o più organi inservienti alla locomozione, senza che sospettar si possa diffetto nel cervelletto o nel decorso dei nervei conduttori, lo stato morboso deve assolutamente dipendere da vizio esistente nel midollo oblongato, come per esempio da atonìa o da alterazione di altra natura sommamente difficile ad indovinarsi.
Per la stessa ragione le moltiplici forme, che assumono le affezioni spasmodiche, quali sono l’epilepsia, il tetano, e le diverse specie di convulsioni dipender devono da qualche irritazione, od alterazione prodotta in queste intrecciate fila, che si scoprono nel midollo oblongato, per il che le comunicazioni dei nervi col cervelletto succederanno con maggior frequenza.
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