Guerriero e cospiratore, Pisacane ci ammonisce che il riscatto di un popolo dalla tirannia, dalla servitú, dalla cronica fiacchezza politica, è anzitutto problema morale. Cospirazioni, sètte, rivolte, guerra, sta bene; ma hanno ad essere l'ultimo atto. Primo elemento della soluzione: indagare e chiarire perché mai questo popolo si lasciò rapire o rinnegò indipendenza e libertà. Secondo: crearsi e diffondere la coscienza della possibilità, e quindi della doverosità della risurrezione. Terzo: crearsi e diffondere una visione chiara degli ostacoli da superare, delle resistenze da vincere, degli errori da evitare, dei mezzi piú atti a sollecitare la risurrezione, e poi del senso da darle, e del come fondarla graniticamente.
Intorno a questi problemi appunto Pisacane studiò con ostinata passione, e chi legga i suoi libri ha la sensazione d'un incessante frenetico inquieto perché? volto alla storia remota e recente d'Italia, ai suoi geni, alle sue miserie, alle sue condizioni geografiche, economiche, ai suoi ordinamenti passati, ai costumi del suo popolo, all'Europa circostante. Perché cosí grande e libera l'Italia, e poi non piú che una inerte colonia di sfruttamento per le nazioni finitime? Perché cosí belligera e poi cosí imbelle e vigliacca? Perché tanta decadenza nei mezzi, nelle volontà, negli ingegni? Perché?
La risposta suona un inno di fede: l'Italia sta per rinascere a un alto destino; ma il problema del come è gravissimo. Dar vita a una grande nazione è assunto da giganti; bisogna suscitare nei futuri cittadini l'animo, il costume, la consapevolezza adatti ai compartecipi di tanta impresa.
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