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      .. Ma sotto quel molle involucro, batteva un cuore di ferro, e l'eleganza aristocratica dei modi faceva contrasto con l'audacia dell'intelletto...» E Mazzini, rievocandolo con appassionato rimpianto: «La fronte e gli occhi... parlavano a prima giunta per lui; la fronte rivelava l'ingegno, gli occhi scintillavano di energia, temperata di dolcezza e d'affetto. Traspariva dalla espressione del volto, dai moti rapidi, non risentiti, dal gesto né avventato né incerto, dall'insieme della persona, l'indole franca, leale, secura. Il sorriso frequente, singolarmente sereno, tradiva una onesta coscienza di sé e l'animo consapevole di una fede da non violarsi né in vita né in morte». Non poteva, Mazzini, ridarcelo piú vivo di cosí né piú somigliante, chi guardi ai pochi ritratti che ci son rimasti di lui, davvero parlanti e rivelatori dell'anima; con quello sguardo accigliato, quasi un cipiglio, e le mascelle serrate, imperiose, in evidente commovente contrasto con la delicatezza del volto e la ingenua luminosità degli occhi.
      Passati i sei mesi a Nocera, ecco la nomina ad alfiere nel corpo del genio militare, l'assegnazione a Napoli. A Napoli lo adibiscono, sotto il comando d'un capitano Fonseca, alla costruzione della strada ferrata per Capua, tra le prime in Italia(4). Nel '41, nuovo trasferimento, dai biografi attribuito a incompatibilità di carattere col suo superiore; nonostante l'ottima prova tecnica che Pisacane ha fornito, questo trasferimento ha infatti un certo carattere di punizione, e lo conduce in Abruzzo.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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