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      Troppo audace e rischiosa questa manovra? (Strano che non sembrasse senz'altro tale ad un esperto del suo valore: da Ponte Caffaro a Trento corrono infatti settantacinque chilometri!) E allora si assegni come obiettivo all'azione una sorpresa su Riva, posizione importante perché «osserva dappresso» e Rovereto e Trento, e perché assicura il dominio del Garda. Urge comunque rinunciare al sistema del «cordone sanitario» provatamente inutile e dispendiosissimo: se anche Riva è scartata, si scelga dunque per lo schieramento dei volontari una posizione piú ragionevole di quelle assegnate sin qui: tra la Sarca e il Chiese, in territorio attualmente nemico, non mancano punti di passaggio obbligati dai quali si possa, tenendo riunita la forza, metterla in grado di opporsi a rilevanti effettivi austriaci.
      Giustissimo; ma Pisacane ignorava evidentemente che al di là dei confini guardati dai volontari erano terre austriache, sí, ma costituenti parte integrale della Confederazione Germanica; varcarli poteva dunque far precipitare in una discesa offensiva il fermento anti italiano già manifestatosi fra i tirolesi, e, chi sa, portare a una dichiarazione di guerra da parte della Baviera; allorquando occorreva invece sottolineare all'Europa il carattere di pura rivolta antiaustriaca, in quanto l'Austria era potenza italiana, della guerra lombarda. Ignorava altresí talune circostanze sopravvenute in quei giorni che toglievano purtroppo ogni base ai suoi ragionamenti, i quali infatti caddero nel vuoto: e intanto quella, di estrema gravità, che la riunione di Nugent e Radetzki, tra Verona e Vicenza, aveva già avuto luogo senza che le truppe del «Signor Carlo Alberto» avessero saputo validamente opporvisi.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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