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      Il che rendeva cosí seria la posizione dell'esercito sardo che sarebbe stato pazzesco addirittura sottrargli sia pure un solo fucile per tentar diversivi non essenziali in montagna; e il Durando, per parte sua, sprovvisto d'artiglieria, con quella poca gente, avesse pur sconfinato, quali obiettivi poteva proporsi?
      Curtatone e Montanara, Goito e Peschiera; 10 di giugno, caduta di Vicenza, il VenetoVenezia eccettuata — interamente perduto; Carlo Alberto che teme uno scontro decisivo e appresta l'inutilissimo assedio di Mantova; i lombardi che lo accusano di condurre la guerra con fiacchezza voluta, e anzi di cercar l'armistizio fin dal giorno in cui essi hanno avuto la dabbenaggine di votar la fusione col Piemonte; i repubblicani che a gola spiegata giŕ imprecano al tradimento...
      Pisacane deve dunque rassegnarsi a restare a Tremosine, in relativa inoperositŕ, a comandar della gente che a forza di non far nulla ha perduto ogni entusiasmo e centuplicato l'indisciplina; per giunta il general Durando gli comunica l'ordine «in caso di attacco dalla parte del nemico con forze superiori» di ritirarsi nientemeno che a Tuscolano, abbandonando cosí tutte le posizioni montane, e Limone e Tremosine e Gargnano medesime(24). Ah questi generali che dirigon le cose senza mai visitare la zona d'operazioni, senza — o cosí sembra — consultare le carte, sdegnando i consigli degli ufficiali che si trovan sul posto! Non si rendono conto del pericolo che Brescia corre, col nemico che ammassa forze in valle di Ledro e allestisce cannoniere a Riva?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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