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      Il Municipio fece tosto avvertito il cap. Pisacane il quale colla 5a Fucilieri... volò subito alla difesa di questo posto; i nemici però non osarono aspettare i nostri e fuggirono minacciando ritorno e distruzione».
      «Volò», frasi di guerra: dalla vetta del Nota a Limone son milleduecento metri di dislivello e parecchie ore di marcia per sentieri da capre!
      Il 23 e 24, attacchi austriaci al passo di Bestana (a oriente del Nota). I volontari resistono, respingono il nemico; si conducono benissimo, nonostante la pesantezza di quella guerra in alta montagna. Gli è che per la prima volta in due mesi s'accorgono di servire a qualcosa; Pisacane, poi, è addirittura raggiante: giunti ulteriori rinforzi (pazienza se di qualità piuttosto scadente) egli assume il comando di tutte e quattro le compagnie stanziate nella zona.
      Il 25 gli austriaci nuovamente attaccano in forze il piccolo posto stabilito a Bestana: tengono molto, si vede, a respingere i volontari sull'altro versante. Ma si ritirano ancora una volta; senonché, narra la Gazzetta di Milano, invece di recedere fino alla linea abituale, si celano tra i cespugli di Cadrione, alle falde del monte; l'indomani prima dell'alba sorprendono gli avamposti italiani. Cinque ore di combattimento accanito, e a quanto pare con vantaggio degli austriaci superiori di numero. Pisacane, che è in moto dalle tre del mattino, si tiene sulla difensiva sin quando non sopraggiunge una compagnia di granatieri chiamata a rinforzo. Sferra allora il contrattacco, violento.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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