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      La Commissione? Ma a chi ne risalissero i meriti dimostrò chiaramente, nel seguito, il fatto che i rancori diffusi e tenaci da essa sollevati s'appuntarono tutti contro il solo Pisacane, che intanto, quello stesso 18 d'aprile, era stato designato a sostituto del Ministro della Guerra.(40)
      Mentre cosí si apprestano uomini e mezzi alla difesa della repubblica, una colossale fatica di provvidenze e riforme interiori si va svolgendo dai triumviri e dai diversi ministri, in vista soprattutto di legare alla conservazione del nuovo regime le fin qui indifferenti popolazioni romane. Si direbbe, da quanto fanno, che proprio nessun pericolo esterno minacci l'esistenza dello Stato; ma è Mazzini che ha detto: «lavorare come se avessimo il nemico alle porte e a un tempo come se si lavorasse per l'eternità», e tutti intendono e obbediscono a lui.
      Attivissimo è anche il lavorio diplomatico volto a persuadere le Cancellerie europee del buon diritto di Roma; ma qui lo scacco è ben grave. Il 16 aprile, infatti, il governo «repubblicano» di Francia, pur imbellettando la mossa con equivoche dichiarazioni d'amicizia pel popolo italiano e di assoluto rispetto per la sua autodeterminazione, annuncia l'intenzione d'intervenire nelle cose romane: il bis della spedizione di Ancona! Non passano otto giorni che 7000 francesi già sbarcano a Civitavecchia. Stupefazione e disorientamento a Roma: sono amici o nemici? Mazzini, appassionato difensore piú ancora che della materiale esistenza della repubblica, della sua dignità, raccoglie il consenso generale sfidando superbamente i francesi ad accostarsi a Roma, ch'egli dichiara risoluta senz'altro a respingerli.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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