Pagina (80/502)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le perdite romane, in quello stesso scontro, non sono state gravi: una settantina di morti, un centinaio di feriti, affidati questi, nelle ambulanze reggimentali, oltre che a medici piovuti d'ogni parte d'Italia, all'assistenza e alle cure di un Comitato di Signore presieduto dalla Belgiojoso(43). Fra le quali, e delle piú attive, brava infermiera espostasi al fuoco a Porta S>. Pancrazio, Enrichetta; il 5 di maggio il Monitore romano stamperà anzi di lei, che firma adesso Enrichetta Pisacane, una commossa relazione sulla parte presa dai trasteverini alla giornata del 30 d'aprile(44).
      Ma quella, dopo tutto, non era stata che una scaramuccia di poco momento; nel seguito l'attività del Comitato dové naturalmente moltiplicarsi ed estendersi, a centinaia affluendo i feriti negli improvvisati ospedali per ricevervi, con le povere cure che la chirurgia sapeva allora apprestare, l'incomparabile conforto morale che solo la donna può offrire. Duri mesi dunque, quelli di Roma, per Enrichetta, anticipata e oscura Nightingale italiana(45); poiché non vi è pena piú intensa che il vegliare le pene degli altri.
     
      Roma, ancora tutta vibrante dell'insperato successo, osservava con qualche inquietudine le mosse del corpo francese, accampatosi senza apparenti intenzioni offensive a poca distanza dalle sue mura, quando, dalla frontiera di Terracina, giunse il 2 maggio la notizia dell'avanzata napoletana: 12 000 uomini e piú che 50 cannoni!(46) Il dilemma era tragico. Per affrontare i borbonici e toglier loro la voglia di compiere nel territorio della repubblica simili passeggiate militari si sarebbe dovuto abbandonar Roma ai francesi, né si poteva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Italia Comitato Belgiojoso Porta S S. Pancrazio Enrichetta Monitore Enrichetta Pisacane Comitato Roma Enrichetta Nightingale Terracina Roma