Pagina (89/502)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Altre critiche si mossero e ancora oggi si muovono a Pisacane perché, quale Capo di Stato Maggiore, si permetteva di spedire minuti e inderogabili ordini di marcia e d'operazione nientedimeno che a Garibaldi.(54) Ma questi critici dovevano e dovrebbero dolersi non tanto con Pisacane, che faceva il mestier suo, quanto con chi, potendo, non solo non aveva posto Garibaldi alla somma delle cose, ma ne aveva anzi precisata la dipendenza gerarchica. Forse che la parola «riguardi» ha una ragion d'essere o un ben che minimo significato nel mondo militare?
      Il giudizio severo contro Pisacane fu in qualche modo convalidato e diffuso al gran pubblico dall'Assedio di Roma del Guerrazzi nel quale a un supposto binomio Roselli-Pisacane, simbolo di debolezza, vien contrapposta la geniale iniziativa di Garibaldi.
      Ma Pisacane non sembra facesse gran caso di queste critiche, di queste accuse. Sapeva che molte gli derivavano dall'aver egli voluto e imposto quel riordinamento dell'esercito pel quale molti petulanti e pretenziosi capi banda s'eran visti ridotti al rango di modesti ufficiali, chiamati a eseguire, non piú a dettar legge e tanto meno a discutere: il quale aveva dunque rintuzzato ambizioncelle, stroncato gloriuzze, ma insieme dato nerbo ed efficienza e unità, per quanto si poteva, alle forze della repubblica. Sapeva che molte altre derivavano, come suole, da gelosie mal dissimulate per l'alto ufficio che gli era stato assegnato e per la reputazione che godeva presso il potere politico. Perciò «tirava diritto», sdegnando pettegolezzi e ripicchi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Pisacane Capo Stato Maggiore Garibaldi Pisacane Garibaldi Pisacane Assedio Roma Guerrazzi Roselli-Pisacane Garibaldi Pisacane