Otto furono gli articoli che Pisacane dal settembre 49 al luglio '50 pubblicò sull'Italia del Popolo: articoli di varia dimensione e importanza, ma che a rileggerli rivelano tutti, nella concisa sobrietà della forma, nella risoluta enunciazione del pensiero sempre scheletricamente chiaro, nella precisione degli appunti critici, una mente matura ed equilibrata, particolarmente inclinata, s'intende, alla trattazione delle piú diverse questioni in qualche modo connesse con la scienza e la storia della guerra. Il primo fu La Guerra Italiana, indagante le probabili vie della soluzione del problema italiano. Questa, per Pisacane, dipende indubbiamente dall'esito di un formidabile conflitto, ch'egli presente vicino a scatenarsi nella penisola tra forze liberali e forze dispotiche, tra quelle italiane cioè e quelle straniere o legate a interessi stranieri; bisogna dimetter l'idea che il Piemonte possa costituire, con la sua azione supposta a beneficio di tutti, un diversivo da questo binario obbligato. Chi sappia infatti non lasciarsi abbagliare dall'equivoco costituzionale constaterà che in Piemonte le cose non si presentano diversamente che nel resto d'Italia: anche lí una stragrande maggioranza assetata di libertà è oppressa da una minoranza dispotica. Il problema, seppur con carattere d'urgenza maggiore o minore, si presenta identico nella penisola tutta. Orbene, posta l'innegabile preponderanza numerica delle forze inclini a libertà sulle oligarchie di governo, l'esito del conflitto offre una sola incognita: la maturità rivoluzionaria delle prime, e cioè il grado di risolutezza con la quale nel momento decisivo esse sapranno gettarsi all'azione.
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